Riforma del processo civile
La nuova separazione.
La nuova normativa introduce – tra molti altri – il concetto di negoziazione assistita.
In questo numero vorremmo focalizzare l’attenzione su una particolare forma di negoziazione assistita: quella finalizzata alla soluzione stragiudiziale delle controversie in materia di separazione personale, di cessazione degli effetti civili, di scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.
Novità nella novità è che il ricorso a tale istituto è consentito anche in presenza di figli minori o di figli maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave o non autosufficienti. In tal caso il pubblico ministero presso il Tribunale competente, cui l’accordo deve essere trasmesso entro dieci giorni – se risponde all’interesse dei figli – autorizza l’accordo raggiunto.
Analogo passaggio giudiziale è innestato nel procedimento di negoziazione in assenza di figli minori. Anche qui si è prevista la necessità di trasmissione dell’accordo al pubblico ministero presso il Tribunale competente per un controllo di regolarità; spetterà allo stesso PM il rilascio del nullaosta all’accordo.
La convenzione, obbligatoriamente assistita da un avvocato per parte, produce gli stessi effetti dei provvedimenti giudiziali che definiscono gli analoghi procedimenti.
Spetterà agli avvocati delle parti (pena pesanti sanzioni) trasmettere copia autentica dell’accordo all’ufficiale di stato civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto.
E’ introdotta una ulteriore disciplina volta alla semplificazione dei procedimenti di separazione personale e di divorzio, complementare a quella di negoziazione assistita.
Oltre che davanti ad avvocati, viene, infatti, garantita la possibilità di concludere dinanzi al sindaco un accordo di separazione o di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili o, infine, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.
La procedura non è esperibile in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti.
Beh, direi che il Legislatore di carne al fuoco – anche questa volta – ne ha messa davvero tanta. Forse troppa!
A cura di:
- Avv. Marco Galvagno